Luminescenza
“…E io vi servo con amore e compassione
rendendo vostre le mie parole i miei sentimenti;
per chi ne ha bisogno e
per chi non ha parole per esprimere ciò che sente.”
Christian
Luminescenza:
Adoratori della porta
Seme del pianto
Separazione dell’uno
Ci saranno giorni in cui mi cercherete e non mi troverete
“Ho continuato a cercarti fino a che ti ho trovato”
Prologo
Quando conoscerai saprai
che la diminuzione
è l’accesso alla stretta porta
che tutti sono ciechi nel buio
ma chi si fa cieco nella luce
non gioirà della luce
che colui che si piega
non è vinto ma vincitore
che ogni accadimento che
rende piccolo l’uomo
è solo giorno e notte
che colui che abbandona
non sarà abbandonato
che il tu e l’io il sotto e il sopra
sono frammenti del medesimo inganno
che il passaggio non è per il sé
ma per coloro che non sono
che ciò ch’è piccolo
è immensamente grande
che la ricerca della morte
è l’avvento della resurrezione
che il fuoco è il crisma della speranza
che la voce nel deserto grida silente.
Adoratori della porta
All’inizio non fu nemmeno il tempo
ma il padre infinito il non generato
colui che è il tutto inconoscibile
la luce si manifestò in virtù della sua potenza
colui che generò che diede senza chiedere
e fu Sophia la madre e il figlio perfetto primogenito
il suo spirito immortale come aria nei boschi
colui che è non ha nome poiché
il nome fu dato a coloro che furono generati
emanazioni perfette dell’amore del padre
gli immortali derivano dal silenzio
non esiste sofferenza o debolezza
essi sono pensiero e meditazione
insegnamento potenza consigli
il Padre è lo specchio in cui vedi te stesso
armonia immortale
il mortale è in forma di un altro
la sua sembianza è propria non ricevuta
infinito incomprensibile
tutti vengono al mondo come gocce di luce
il legame della dimenticanza
la ricerca di Sophia
la materia è rivelata dalla povertà
colui che si fa povero si ciba di privazione
umilia il difetto tende alla perfezione
ricongiungimento con l’eone
il Primo Generato è il mezzo
colui che apparve
è venuto a portare il conflitto
coloro che vogliono farsi strumento
sradicano la propria natura materiale
la cecità rimossa
umiliazione degli intenti malevoli
il giogo è il risveglio
l’abbandono della forma per essere forma
chi si fa ombra vive nella luce
Abbandono riposo rabbia paura
strada aperta apprendere il passaggio
pensiero
solitaria serenità
sacrificio di ogni dove di ogni sempre
l’oscurità scenderà
“È arrivato il momento!”
non abbiate timore o v’inghiottirà
attraversamento del luogo
ciò ch’è dentro rimarrà
la porta al luogo dei mondi
colui che cerca rivela
colui che rivela parla
colui che parla ascolta
colui che ascolta rivela
la luce è il buio
oscurità e acqua
lo spirito sull’acqua
il soffio dei pensieri
la Parola uscì dalle acque
La veste di carne
la cecità della materia
vedere sé stesso
il compimento
io...voi...tutti i figli
esistono nel dentro
di coloro che parlano di verità
oscurità fuoco acqua luce
chi non comprende si dissolverà
conoscere il Figlio per il Padre
il venire per l’andare
estraneo al cosmo interiore
umiliazione
cercare fuori quel ch’è dal di dentro
scintilla del vivente
denudarsi per ricevere
il ventre è la non materia
l’origine è la non materia
la verità è la non materia
la conoscenza è la non materia
il culmine è la non materia
l’illuminazione è la separazione
il tu l’io
Unità androgina
cessazione della separazione
l’io il noi il Tutto
prigione carne pensieri
solo il sé unito si lega all’anima
ciò ch’è sembianza è perituro
la scintilla trascende il transeunte
ogni dove ogni tempo
il fuoco arde
la veste abbandonata
per la camera nuziale
Essi sono il tempio
il nonluogo l’eone
ricongiungimento
origine e purezza
la natura madre
precipitazione
dimenticanza
elevazione
rinuncia.
La verità venne su ali di tenebra
portò conflitto disperazione carestia e lutto
il tutto inconoscibile si rese manifesto
e fu oltre ogni comprensione
oltre ogni immaginazione
oltre ogni pensiero
coloro che ancora vivevano nell’illusione
vennero strappati in brani
la connessione con la materia
venne recisa dalla radice
nulla rimase nascosto
il volere fu verbo
e il sangue che gridava vendetta
col sangue fu placato
gli ilici adoratori della materia
allora seppero allora capirono
nulla t’appartiene
nulla ti segue
tutto t’abbandona
poiché l’orrore di questo eone diviene gloria
a cagion della propria emanazione
coloro che si fecero scudo e spada
coloro che abbandonarono
che si fecero strumento
pagarono il dolore con la rinuncia
il gioco della materia fu infranto
la lingua di spada proferì
il verbo fu compiuto
gli adoratori della porta seppero
che quella era la luce
il dentro e il fuori
Il sopra il sotto
abbandono
materia
spirito.
Seme del pianto
È strada
camminare nudo sulla terra
farsi bimbo e raccoglimento
nullare l’inconsistenza
corpo materia forma
niente esiste ad eccezione di Colui che è
ad eccezione della sua immagine emanata
il calice dell’amarezza mai si vuota
per coloro che non sono della Luce
mio è il loro oblio
ma ricordo ciò che non appartiene loro
tu sei silenzio e mistero nascosto
mi riconosco nelle sofferenze
quando verranno cosa farò
quando torneranno sarò ancora lo stesso?
la carne riceve il proprio destino
accoglierò le sofferenze
tu sei colui che era
colui che è e sarà
nessuno terge le lacrime di un altro
chi uccide l’innocenza uccide sé stesso
uccide sé stesso per compiangersi
appartengo a tutto ciò che mi è estraneo
ma non riconosco di appartenervi
quando verranno sarò ancora lo stesso?
voglio andare nel luogo da dove sono venuto
io là voglio tornare
radice inconosciuta nascosta in sé stessa
il biasimo delle creature
mi nasconderò nel silenzio
mare di pianto nube di tristezza
siamo il seme che guarda a sé solo
pane di amarezza origine della materia
la sensibilità insita è la forza
primizie che salgono al cielo
il volere è prostrazione
un uomo giusto perirà a causa dell’ingiusto
svestirsi degli abiti
ignudo
e maledetto a morire
la parola è verbo
il verbo è opera
ad opera della conoscenza
uscita dalla carne
il giudicato non accusa
gli occhi vedono ciò che non è manifesto
colui che vedi come non è
estraneo al mondo
del mondo che non è del mondo
il riposo è la fuga
la somiglianza è il giogo di questo eone
materia non materia
ciò ch’è plasmato a immagine è materia
la somiglianza della luce non è luce
cosicché non si veda com”è realmente
e sia superiore a coloro che non vedono
ma le sue opere son nulla
l’oblio è l’accoglienza della parola
il rinnego del sé
l’odio di madre e padre
la forma che abbandona la forma
il principio posto alla fine
costringimi fino al compimento della materia
nato transeunte ma fui destato
corpo aberrazione della materia
laddove la luce giunge
il corpo si fa ombra
l’immateria splende
la coppa si vuota e si empie
sembianze
origine di tribolazione
eone morente
veste strappata
in forma d’uomo
riflesso sulle acque
salvami dalla morta speranza
dai giorni di questo mondo
nessun residuo di notte
il giorno della luce del sempre
questo luogo mi è straniero
strumento di pienezza
salvezza dalla carne
estirpazione dalla materia
tribolazione terrena
perdono e consolazione
rinuncia e confessione
preghiera
silenzio.
La corsa ovunque
il contatto è contaminazione
sofferenza deserto
il pianto il pentimento
misericordia
il ventre dell’anima risiede all’esterno
così si volterà all’interno
e ritornerà alla sua natura originaria
i patimenti sono fuoco e crisma
...le tribolazioni son niente
tutta la vita le opere son niente
colui ch’è ultimo deve prostrarsi
umiliarsi nell’intimo
allontanarsi da ciò ch’è vivente
farsi strumento
…il tempo prima di nascere
la visione la scelta la sofferenza
il disegno che riconduce all’origine del dentro
…l’essenza arriva col vuoto ed il silenzio
ciò ch’è già colmo non si può colmare
le labbra tacciono ciò ch’è interno
poiché non lo conoscono
il vuoto inganno il pianto dell’oscurità
le onde del dolore la nota greve del rimpianto.
“Chi non odia la propria anima non può seguirmi”
…sapendo chi sei esisterai
la profondità del tutto
il visibile e l’invisibile
comprendere ciò che non è visibile
il corpo è generato
visibile nella sua radice
il frutto che li nutre
sopravvivono divorando creature simili
il decadimento il perire senza speranza
…la luce brilla nel luogo
poiché ne possiate uscire
non restare
…la dissoluzione della materia
il contenitore lo zero
l’amarezza le catene della schiavitù
l’attrazione verso il basso la morte
l’assimilazione al corruttibile
molti sono coloro che non conoscono
...l’imperituro non perisce
il mondo non è la speranza
la prigione che perirà
il vostro dio è il mondo
non siamo giunti per restare.
Separazione dell’uno
Ho dormito nel sonno del mio cuore
poiché era grande la nostra Gloria
era grande la nostra Unità
un unico eone in esso uno e due
eravamo l’uno il principio dell’altra
tanto che non avresti distinto
la fine di una e l’inizio dell’altro
le nostre anime fuse all’unisono
ma poi con ira fummo separati
e divenimmo come uomini mortali
la conoscenza che respirava in noi ci abbandonò
così la Gloria fu estirpata dai nostri cuori
abbiamo imparato a conoscere la schiavitù della materia
tua madre la completezza del mio io
fu soggiogata dal suo dolce desiderio
lo conoscevo sapevo che vibrava nelle sue membra
e da allora vivemmo sotto l’autorità della morte
fummo come angeli eterni
e grande era la Gloria della nostra unità
ma venimmo separati in due eoni
e divenimmo come uomini mortali
ho dormito nel sonno del mio cuore.
Quando il seme di eoni più grandi
si rivelò in noi
ci unimmo in spirito alla nostra natura originaria
la madre che sempre accoglie
e divenimmo come nubi di luce
al cospetto del padre ci prostrammo
con intima semplicità accogliemmo
e divenimmo come alberi da frutto
che raccolgono la sua grazia
dalla pioggia e dalla terra
e danno senza nulla chiedere in cambio
allorché fummo separati
ci riunimmo come un unico eone
io e il mio femminile tua madre
colei che ti ha accolto in grembo
colei che ti ha scaldato e nutrito
colei che ti ha reso uomo
così fummo due corpi come un unico spirito
vivemmo della morte dei mortali
fummo persi e ritrovati
e la gioia dell’unione fu più grande
del male della separazione
fummo divisi per reincontrarci
allo stesso modo
l’anima si separa dall’eone per ritornarvi
poiché più grande sarà il dolore per la separazione
tanto più grande sarà la gioia per l’unione
rinunciammo alla vita per divenire la vita
divenimmo nulla per esser tutto
divenimmo buio per essere illuminati
divenimmo materia per essere spirito
divenimmo sofferenza per essere gioia
divenimmo privazione per essere abbondanza.
Settembre - Ottobre 2019
