Ivolvere


INVOLVERE
















“…E io vi servo con amore e compassione,
rendendo vostre le mie parole, i miei sentimenti;
per chi ne ha bisogno,
per chi non ha parole per esprimere ciò che sente.”

Christian








Involvere








Perché raccogliere i cocci, è un lavoro amaro che dobbiamo comunque fare








Terra Nera
I miei piedi affondano nella terra nera,
poltiglia di lava rovente, tagliente;
spariscono e poi di nuovo su.
Il blu dipinto nei segreti,
il fuoco che divampa in spruzzi,
sono dita a toccare il cielo.
Sui monti impervi 
mitriache lame cineree, l'altare di roccia,
lei offre un olocausto d'innocenza,
mente pronunciando parole di conforto.
Il bambino muore dormendo,
sgorga nutrendo la terra.
La serpe verde sibila in bigi cieli artici,
sotto, vitree cascate gridano sgomente.
Il rosso divampa in spruzzi,
sono dita a toccare la terra.
Il vento ammonisce gli arsi, secchi carboni,
i miei piedi affondano nella terra nera.




Chiodi
Guardalo! 
Come si fa a ridursi così?
Non si lava né fa altro che compiangersi!
"Si è lasciato andare, ha smesso di sperare".
Non è vecchio! C'è sempre una scelta!
È un debole! Dovrebbe morire!
"Morirà anche lui.
A volte non è il tempo che vivi, 
è quel che vivi, come lo vivi".
Tutti hanno problemi e delusioni!
"Non tutti vivono le medesime esperienze
nel medesimo modo e nella medesima intensità.
Ciò che a un altro è indifferente, a te ferisce".
È solo un debole, dovrebbe morire.
"Morirà anche lui ma noi non sappiamo, 
non dovremmo giudicare".
Che vuoi che siano i giudizi!?
"Chiodi. 
Ne hanno già messo in croce uno".




Il Battello
Il battello corre sul fiume,
salgo e scendo dall'oscura cambusa,
al ponte luminoso, che pungente odora di legno.
Mi tuffo in acqua e turbino,
seguo la corrente poi balzo sul battello
"Guardami!"
Il battello corre sul fiume,
che poi apre in un mare placido e calmo.
Sostiamo,
allora il sole mi bacia radioso
e il cielo si apre in sorrisi.
Ti cerco, dove sei?
Amore dove sei.



Nei miei mari
Lontani, cristallini,
volo nel celeste volteggiando,
disegno spirali attorno agli squali,
loro mi accompagnano e nuotano con me.
Misteriosi fondali si aprono,
scenari da sogno brillano sgargianti,
non ho bisogno di respirare.
Volo e volteggio lucente.
La gioia e la pace sono con me.




Il Cucciolo
Non ci sono addii da dirsi,
sembrava una ferita.
Scalcio l'acqua per scacciarlo
e quell'ombra nera vicino a te...
Ti prendo come una bimba e sollevo,
ti metto a sedere e proteggo.
Con dolce premura 
scosto le tue gambine dall'acqua.
"Hai visto come mi cerca?"
Poi balza fuori dall'acqua,
ritto sulle pinne annusa l'aria e mi cerca,
non è un mostro ma
un cucciolo bisognoso di affetto,
vuoti da riempire con cura e amore.
Non ci sono addii da dirsi.




Ho viaggiato
Ho viaggiato per terre lontane e inesplorate,
ho volato in cieli azzurri e in spazi oscuri,
ho navigato per fiumi, mari e laghi, placidi e in tempesta.
Ho attraversato lo spazio e il tempo, per raggiungerti
poi, sono precipitato su di una vuota scrivania
in compagnia di una solitaria luce e luttuose striature di fumo.
fuori della porta, il mondo corre e strilla noncurante.
Perso in parole e perso nei ricordi di tempi passati,
gli occhi tradiscono ciò che il cuore e la testa non vogliono accettare,
con mani incerte e fazzoletti appallottolati,
non riesco a liberarmi delle sofferenze trascorse.
Siamo debitori del dolore che ci ha aperto gli occhi.




Baia Blu
La vista è un illusione del cuore
e il falco che volteggiava è precipitato 
e si è schiantato al suolo ed è morto.
La baia è lontana.
Distorte iridescenze e la porpora del cielo
che svapora su quel corpo privo di vita, 
abbandonato.

La baia è lontana.
La baia è blu.

Vedi? gocce di foglia...
Chi è quell’uomo...di sabbia...?
E forme molli 
che si muovono nell'acqua
nuotano sopra di noi 
e la coda si dimena
e quella bocca mangia
e inghiotte tutto...

La baia è lontana.
La baia è blu.

Attento! Le donne sono a casa.
Respira...respira, l’aria è calda,
l’aria è poca.
E’ un cespuglio fitto e nero
E’ lui? O no?

La baia è lontana
La baia è blu
Io ero là...

Perché ci stiamo arrampicando?
Dove andiamo?
Lui non può camminare...
Trasciniamolo su.
Perché siamo tutti fermi in questa grotta!
Lui non può camminare ma dov’è?
Ossa come di pietra.
Andiamo alla baia.
La baia è blu ed è lontana.

Non vedi che il cervo è morto
E trascini solo la testa!?
Lascialo lì, lascialo lì.
Qui potremmo fermarci e mangiare,
mangiamo carne cruda,
mangiamo...
Sono dappertutto!
Occhi che escono dalle pareti
Andatevene maledetti
Che volete?
Fermateli!!
Ammazzali tutti!
Ammazzali!!!!!

Io vengo dalla baia,
io vengo da là.

Ci attaccano!!! Maledetti!!!
Uccidili!!!!
Uccidili tutti!!!!
Uccidili!!!!
Uccidili tutti!!!!
Uccidili!!!!
Uccidili tutti!!!!
Uccidili!!!!
Uccidili tutti!!!!
Uccidili!!!!
Uccidili tutti!!!!
Uccidili!!!!
Uccidili tutti!!!!

L’elemento, il vetro.
La luce.
E’ luce adesso.




I Tramonti
Amo i tramonti,
la luce che prende fuoco all’orizzonte,
la sabbia morbida sotto ai piedi,
l'intensa malinconia che fiorisce
e si spegne in una fioca lacrima
della mia piccola vita.
Amo i tramonti,
il sole che si specchia fra le increspature
così io, mentre ricalco antichi e recenti ricordi.
Amo il senso di lontananza e la nostalgia
mentre mi distendo all’infinito 
e la luce, piano piano, scompare.




Quel che resta
Una vela si gonfia con forza,
un sorriso scintilla come neve al sole.
Pinete e ghiacciai si stagliano sotto di me,
mentre volo fino ad accogliere l’alba.
Vallate di brace ardente,
castelli e fortezze di roccia nera
arroccati su picchi di lava fredda,
sui più alti, riposa beata la neve.
E ancora, gole di vegetazione verde acceso
su brillanti rocce rosse, mentre plano,
tra volte a crociera blu e oro, per trovarti.
Un bacio, un sogno, un desiderio
e fiocchi di neve cadono e si posano silenti.




...E resto immobile in silenzio a guardarti
"Facciamo finire questa giornata,
sono stanca, non ho voglia
 di fare l’amore.
Sei di nuovo lontano."
Il tuo amore è puerile e gioioso,
mi riempie il cuore e
vorrei poterti dare lo stesso.
Poi mi sale la nostalgia,
ogni cosa si dilunga in un buio lontano.
Tremo, divengo infinitamente 
piccolo e mi accovaccio nel mio 
angolo, piegato su me stesso,
il volto fra i ginocchi e le mani,
avvolgono il capo a proteggerlo.
Le lacrime non scorrono ma mi empiono
ed un immenso vuoto m'inghiotte e mi fa suo
e allora so, che non ne sono capace
e in cuor mio mi dispiace,
per quel che sono.




Le notti
Ho meditato a lungo
in notti di bisbigliata luce
di fogli scritti e 
bicchieri mezzi vuoti,
ricalcando ricordi
che mai potrò dimenticare.
Stringo le spalle e sospiro.
"Il segreto del domani
è nel darsi una nuova chance".
L'universo coglierà queste parole e
forse, forse te le sussurrerà.
Non mi pento né rinnego
i momenti in cui il tempo
si piegava di fronte alla potenza
di tutta questa bellezza.
Non mi vergogno di urlare al mondo
ciò che alberga in questa carne
ma nulla mai continua
e se ho cacciato mille paure,
è rimasta quella di perderti.
Dopo, ho fatto ordine fra i ricordi.
Ho meditato a lungo,
in notti di bisbigliata luce
e di sigarette consumate dal tempo.
Ho raccolto i mozziconi di quei sentimenti
ed ho scritto queste parole incerte 
per dirti che ogni istante è tesoro.




Mi sono svegliato
Mi sono svegliato e tu eri qui,
non ho memoria di chi sono,
i ricordi si appannano 
e non so di averli vissuti,
tu parli e a me sembra tutto 
meravigliosamente nuovo.
Attonito, immobile, stupito,
non ricordo ciò che dici,
non ricordo di averlo vissuto,
non ricordo più chi sono,
non ricordo il male,
sento il bene.
Siamo destinati a rivivere il nostro passato?
Perché come quei ricordi
stai svanendo?




Foglie e vento
Ho raccolto frutti amari
dai rami spezzati
e li ho disposti con cura e amore 
ma non ho memorie di ciò ch'era prima.
Le foglie tremano al vento
e i raggi caldi s'infilano fra i rami.
Ci ho messo cura e amore
quando ormai era troppo tardi.
Le gioie si appannano di malinconia
e la terra fin laggiù piange.
I frutti ora, appassiscono sui rami.




Oltre
Il sentiero s'affanna sul colle impervio
svanendo fra gli alberi da frutto e 
addormentati cespugli.
Le nuvole carezzano cime placide
e il sole schianta su vecchi muri 
segnati da rughe antiche,
rughe che non invecchiano te.
E ti rivedo sorridente come bimba
rubare le note del tempo.
Vivere non è stato un sogno insieme,
oltre l’orizzonte,
oltre azzurre alture,
oltre i giganti di roccia,
oltre i boschi più fitti,
oltre i silenzi e le lacrime,
oltre la separazione.
Insieme.




Le emozioni
Le emozioni non sono stupide,
nascono ognuna con la sua ragione d'esistere
ed il giudizio degli altri non significa
che non dovrei sentirmi così, perché
non sono i giudici di ciò che provo.
I sentimenti negativi sono importanti
e non va bene voltarsi ed ignorarli,
non sono cattivi e distruttivi,
lo è l'agìto impulsivo che ne consegue,
quando li provo.
E lasciare che gli altri si accorgano
che sto male, non è debolezza.
Così come essere emotivi non è una colpa
e non significa non sapersi controllare
o essere sbagliati.
Non esiste un modo giusto di sentirsi,
esiste solo, un modo prezioso di sentirsi.




La vallata e il sogno
Rocce nere, acuminate, taglienti,
inseguono il nostro cammino e
si stagliano imperiose in muri invalicabili.
"Sta' attenta a non cadere!"
Continuiamo a salire e l'aria bollente
diviene irrespirabile, sa dell'aroma
del fuoco e la cenere s'infila 
nelle nostre gole ardendole.
Poi, quel valico e 
la roccia azzurro intenso annuncia
"Terra, Cielo, Mare"
La cima del monte si apre nella neve,
respiriamo frizzante aria di gioia.
I picchi si vestono di candidi cappelli 
e solleticano il ventre del cielo ridente.
Il profumo fresco della primavera,
ci avvolge come un manto di fiori.
"E' qui che ti volevo portare".
Il sole riluce sui nostri visi e ti indico, 
laggiù, la vallata di smeraldo che si tuffa
ardente nel mare fulgido e intenso.
Il sentiero dal monte precipita vertiginoso
ma non per noi che sappiamo volare.
Ti prendo la mano e ci lanciamo giù,
scivolando veloci proni sulla neve;
sei con me e le nostre mani 
salde, l'una nell'altra.
Mi volto a guardarti sorridente e
mi riempio della luce gaia del tuo volto poi,
quando il sentiero finisce, spicchiamo il volo,
su boschi fitti, smeraldini e meravigliosi.
Il urla vento contro la faccia ed un ruscello
che ci corre incontro laggiù.
Tu sei felice e mi riempi il cuore
"È qui che ti volevo portare".
Volteggiamo e planiamo mano nella mano
sino al mare azzurro e trasparente. 
Dentro di esso ci tuffiamo e  voliamo, 
fra coralli luminosi, creature sgargianti
e gli squali, che giocano, 
volteggiando attorno a noi.
Infine, sostiamo in una grotta,
un nido, coperto da una cupola,
che esplode aurato e caldo,
carezzandoci con le sue flave dita
e ci sediamo abbracciati, 
volti di beati bimbi poggiati insieme,
finalmente felici,
l'uno nell'altra.




Il cerchio
Succederà ancora.
Lotterò, navigherò, camminerò e correrò 
negli stessi mari, nelle stesse acque,
negli stessi luoghi, nelle stesse terre.
Cambieranno la loro forma,
la loro apparenza ma,
saranno sempre loro.
Abbandonerò, fallirò, tradirò 
e verrò tradito.
Cadrò ancora, 
rantolerò nel buio come una bestia,
perderò coscienza e conoscenza,
mi sveglierò come se nulla 
mai, fosse successo.
Il passato dissocerà 
i suoi legami col presente
e diverrà una lontana e 
indistinta macchia di colori,
senza forma, senza significato, 
senza importanza.
Il passato non avrà alcun valore.
Mi sveglierò.
Aprirò gli occhi,
emergerò dalle acque dell'inconscio
e riprenderò a respirare.
Ancora rivedrò gli stessi sconosciuti e,
rivivrò le cose che ancora non ho vissuto, 
poi, succederà ancora.
Lotterò, navigherò, camminerò e correrò 
negli stessi mari, nelle stesse acque,
negli stessi luoghi, nelle stesse terre...




Korban
Havohej, la pallida luce della luna
illumina te e la vittima che possiede.
Aroma dell’incenso bagnato col nostro sangue.
La messe solenne si libra, fra 
le arcane ombre della notte.
Padre, rispondi alle nostre preghiere.
...Egli è nell’aria...
Sibila fra le vestigia della vergine,
lei singhiozza preghiere e pietà,
canti per gli angeli maledetti.
Corpi uniti nel librarsi del piacere,
un grido si smorza fra le fronde degli alberi.
Havohej, la linfa punicea scorre sul suo corpo,
fra impercettibili ombre di questa soprannaturale luce.
Il sacello dell’olocausto ha aperto le sue porte,
la luttuosa sagoma del nocchiero
emerge dall'orizzonte piovorno.
Fumo alle nostre candele,
Le ombre trascinano la sua anima,
echeggiano le giubilanti grida degli spiriti 
che si dimenano fra le fronde degli alberi.




I miei squali
I miei squali sono morti,
uccisi da un male più oscuro.
Ho veduto i loro corpi straziati
ammassati in un cassone.
Non nuoteranno più con me,
non volteggeremo più fra le correnti
né mi lascerò trasportare
aggrappato alle loro pinne.
Chi mi accompagnerà ora
a scoprire i colori sgargianti
di quei meravigliosi fondali
ed i segreti lor più remoti?
Con chi volerò ora,
quando chiuderò gli occhi?
I miei squali non ci sono più,
li hanno portati via, come
 immondizia li hanno gettati,
loro, che non sanno,
che non hanno capito
quanto sono preziosi ma
li hanno temuti e giudicati.
Un'altra parte di me muore.
Non sono malvagi né sanguinari,
voi lo siete, come quell'infimo male,
che si annida nella carne e divora.
I miei squali non ci sono più, sono morti,
mi hanno lasciato solo.
Quando chiuderò gli occhi
scruterò nell'abisso.




Quando sono
Quando sono le mie emozioni 
cesso di esistere, 
divengo qualcosa di puro, 
una cosa, oppure un'altra,
a seconda dell'emozione che divento, 
perdendo coscienza di tutto ciò ch'è reale.
Quando osservo le mie emozioni,
mi distacco, divengo qualcos'altro,
mi astraggo, mi scindo 
e vedo un altro me stesso 
che osserva le mie emozioni,
che divengono proiezioni 
al di fuori del mio essere
ed il filo conduttore che 
a me le riconduce, 
si assottiglia.




Sono sonno
Sono sonno, sono inconscio,
son venti urlanti e fragore
di poderosi schianti.
Sono terra, salvezza e madre
sono nube, foschia, cielo,
abisso, oscurità e silenzio.
Sono mondi lontani, voli senz'ali,
turbinii d'acqua a dorso dei miei squali.
Sono sonno, sono inconscio.




Gli eventi
Il pensiero genera emozioni e le emozioni i fatti:
l'astrazione che diviene pulsione emotiva e,
la pulsione che diviene fatto concreto.
Ma sono anche i fatti a determinare 
i nostri pensieri e le nostre emozioni,
generando nuovi fatti.
E le emozioni generano sia i pensieri,
che i fatti, scatenando nuove emozioni,
nuovi pensieri e nuovi fatti concreti.
Eventi che generano eventi.




Acre
L'amaro sapore del tabacco
e l'intenso, umido odore 
di corteccia nei boschi.
Artiche nubi piangono tristi
su città spoglie e accorati resti.
Il pungente aroma di liquore
che rassicura, col suo calore,
come un corrisposto amore.
I denti arsi da un sapore mefitico,
come un male che logora malefico.
Mosche ronzano su logore carcasse
a rosicchiar resti di carne,
fondi di caffè dimenticati
da cui legger nefasti presagi.
Tristi note pulsano leggere,
fra pensieri che inseguono chimere.
E passi lenti e stanchi, incedono pesanti.




Un viaggio
I colori si spengono alla luce.
Una stanza in disordine,
mi nutro di fumo,
parlo nel sonno.
"Il mare è alto, oscuro, profondo,
i bimbi giocano tranquilli 
ma lui li assale e li mangia.
Poi, toccherà a me.
Una presenza nella stanza
e tu cerchi qualcosa che non trovi.
Ho attraversato radure immense e
fitte foreste. Ho valicato montagne
e camminato sull'acqua, per essere qui
ma lei non non c'è.
Dovrò immergermi per andare a cercarla.
Allora, lui mi mangerà".




Non dormi
Non dormi perché sono troppi i pensieri, 
perché non vedi un futuro 
e i mille strappi tra noi, piano piano, 
tramutano quell'amore invincibile
in un inanimato balocco gettato ai tuoi piedi.
Io sono bendato, non sento, non parlo
e non mi accorgo. Sono insaziabile
e trascuro ciò che dovrei aver più a cuore.
Ma è il male che vince sul bene e in vero
arrivi piano piano a realizzare che non m'ami 
e che forse non è male ma un'altra forma di bene.




Menta
Il profumo di foglie di menta
risveglia l’infanzia della campagna,
le strofinio sui denti perché, così,
diventan più bianchi.
Un tempo non sapevamo,
eravamo bimbi, giocavamo.
I giorni dell’estate e dell’inverno 
eran sempre eterne primavere.
Un tempo correvamo gioiosi per prati,
si cadeva, a volte si piangeva,
un cerotto e una sgridata;
piccole ma grandi premure
e si tornava a correr gai.
Ci si innamorava, si faceva a botte
e se ne prendevano a casa, perché,
a botte, non si deve fare.
Ma si cresce in fretta, 
il sapere, il dovere
e un giorno da adulto uguale all’altro.
Una foglia di menta, la nostalgia,
e il riflesso di pensieri su di un bicchiere




Non m'importa
Non m'importa che il cielo sorrida gaio e gioioso
o che si aggrotti aspro e brontolone.
Non m'importano i viaggi ansiosi e assonnati
né se il tempo spiccio e beffardo corra spedito.
M'importano i tuoi baci e la tua morbida pelle,
che allunghi la mano sapendoti accanto.
Ciò che m'importa è  la tua sagoma di violino, 
disegnata da bisbigli di luce nel tepore della notte.
È il tuo piacere ansimato all'orecchio, 
fra espressioni di rapimento, avvinghiata al mio corpo.
È il tuo sguardo inchiodato al mio,
mentre mi dono e mi faccio tuo.




Ho un cancro
Ho un cancro e sto morendo.
Ho un cancro ed ho taciuto.
Ora voglio parlare.
Non è lui che mi fa male
ma la consapevolezza che, 
di me, non resterà niente.
È la chiarezza della solitudine 
davanti al dolore e davanti alla morte,
l'aspra constatazione che
non esista comprensione né
condivisione fra gli uomini, e
la penosa persuasione che 
nessuna illusione d'amore
ci possa salvare.
È la certezza della fine
e la triste convinzione 
che ho ancora da dare,
che ancora, non ho finito.
Vivo i miei respiri affannosi,
catturandoli aspramente.
Ognuno di essi è, 
un passo in più nell'agonia.
La vita è l'attesa di un epilogo.
La morte è sì cosa certa
e viviamo cercando di ignorarla
ma lei è là ad attendere 
ed è grazie a lei che 
facciamo quel che facciamo;
che siamo ciò che siamo,
speriamo, gioiamo, costruiamo, inventiamo.
Lei è la grazia della vita divina,
è la speranza dell’eterno.
E’ il contrapposto di ogni nostro credere,
senza il quale non crederemmo.
Io di lei non ho paura,
ho fatto il possibile.
Ora devo restituire tutti 
i doni che ho avuto,
tutto ciò che sono.
Ma ancora proseguirò solo.
Muoverò i miei taciti passi 
sul sentiero di una fine più nera.




Le grida dell'abbandono
I distacchi sono vuoti,
i vuoti perdite,
e le perdite son lutti.
Hanno bisogno di tempo e 
di energie, per essere elaborati.
Sospiro e prendo tempo.
I ricordi amorevoli in seno si allontanano,
impallidiscono in aloni di colori,
e diventano indistinti, perché,
se restassero vivi,
offrirebbero solo dolore.
Non si può restare indifferenti,
dinanzi a qualcosa che si è amato,
che si è vissuto e infine poi perduto
e nel quale nutrita si è tanta speranza.
Sospiro e cerco di non provare emozioni,
resto immobile nel silenzio.
Non voglio ascoltare le grida dell'abbandono.
Non voglio. Non posso.
Non voglio precipitare trascinato dall'intollerabile
e spettrale clangore di quelle grida insanabili.
Non posso consentire che risuonino 
i rauchi lamenti di quei castighi.
Sospiro e prendo tempo, immobile, in silenzio.
Accendo una sigaretta e mi consumo.




Per le strade 
Passi decisi e ben puntati
su lastre di pensieri che sbuffano
da una fucina di impeti palpitanti.
Tutto volge rapido,
ricche e scialbe vetrine luccicanti, 
individui intirizziti nelle spalle,
annoiati e persi negli sbadigli 
di code metropolitane.
E all'improvviso un treppiede,
una schiena ricurva sopra
piccoli passi tremanti
e occhi ingenui, minuti e incerti
che piano volgono avanti.
E infine il sostegno d’amore,
di mani premurose,
che vale tutta una vita.




La corsa
Prosegue ancora la corsa,
ancora non è finita.
E non è morte per me
ma ancora dolore e sofferenza.
I patimenti non conosco pietà o riposo
ma verrà un giorno che non avrò nome.




Lo zero
Quando si dice che
si parte da zero,
immagino un bimbo,
che deve tutto imparare,
beato nel tepore materno che
ancora non sa e non vuole,
esporsi ai geli del divenire.
Diverso è invece 
partir da zero da adulti,
non conoscer cose che
gli altri conoscono,
arrampicarsi su scogliere
che già avresti dovuto scalare
e correr, annaspare per arrivar
dove altri son già giunti o
semplicemente in luoghi
che hanno solo avuto.
Esporsi ai venti ed alle nevi
rinforza e stanca 
e la fatica spesso non vien ripagata
ma tolto questo chi fa, sa
e non dovrebbe abbandonarsi
a pianti di rimpianti.
Esiste una sfera di luce,
che è tutto.
È una sfera di serenità, 
di pace, condivisone e amore.
Amore dei cari,
Amor proprio e del prossimo.
Un amore incondizionato
che ci lega gli uni agli altri.
Una sfera come uno zero,
ch'è un punto di arrivo.
Uno zero come un inizio.




Il rumore della neve
Una benedizione è scesa sulla città silente,
una pace come il rumore di passi sulla neve.
Bimbi festanti scolpiti nel gelo della memoria.
Caffè nero a scaldar questo stanco corpo,
singhiozzo parole che non vogliono
essere immortalate su questa carta virtuale,
imprigionate nella luce immobile di
questa Belgrado che tanto amo.